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Mosè Cometta

1989

Lavora presso l’Istituto di Studi Urbani e del Paesaggio (ISUP) dell’università della Svizzera Italiana. Laureato in Filosofia all’università di Barcellona e specializzando alla Pontificia Università Gregoriana di Roma, ha conseguito il dottorato in Geografia all’università di Losanna e ha lavorato come ricercatore ospite all’università di Torino e come docente invitato all’università Federale di Minas Gerais. I suoi principali interessi di ricerca sono le dinamiche di costruzione dell’identità, le lotte per l’egemonia culturale, la filosofia politica e la geografia sociale. A chiassoletteraria presenterà un intervento dalla sua ultima pubblicazione Giustizia spaziale: transizione urbana e sfide ambientali (Mimesis, 2024).

Percorso poetico-filosofico con la fitoterapista e botanica di campo Antonella Borsari, il filosofo Mosè Cometta e i poeti Fabio Pusterla e Alberto Nessi.

Dal Murrayfield Pub, lungo via Sottopenz, sino al Centro intergenerazionale, via Guisan 17

Per il centenario della nascita di Ernesto Schick. Percorso poetico-filosofico con partenza dal Murrayfield Pub, in via Favre 5, camminata lungo via Sotto Penz e arrivo al Centro intergenerazionale di Chiasso in via Guisan 17 (in caso di cattivo tempo l’incontro avrà luogo al Centro intergenerazionale).

Interventi di: Ivan Schick, i poeti Alberto Nessi e Fabio Pusterla, il filosofo e dottore in geografia Mosè Cometta, la fitoterapista e botanica di campo Antonella Borsari.
In collaborazione con Espérance ACTI.

Incipit

Giustizia spaziale : transizione urbana e sfide ambientali

(Mimesis, 2024)

Parlare di territorio oggi implica, necessariamente, porsi in dialogo con la figura e il pensiero di Henri Lefebvre. Questo filosofo francese di metà del XX secolo, fortemente interessato alla sociologia e alla geografia, è infatti un riferimento imprescindibile per tutte le scienze sociali che si occupano di questioni legate allo spazio e al territorio. Particolarmente rilevante, ai nostri fini, è la sua nozione di “produzione dello spazio”•  Con questa formula egli intendeva sottolineare come ogni società produce un tipo di spazio – sia materiale che immateriale – che le è proprio, e che dipende in buona misura dai rapporti di forza vigenti in quella società. Lo spazio in cui viviamo non è dunque unicamente qualcosa di oggettivo, di dato, immutabile e neutrale.