1965
Ordinaria di letteratura italiana all’università di Zurigo, già Visiting Professor nelle Università di Ann Arbor (Michigan) e di Venezia Ca’ Foscari, è attiva in diversi comitati editoriali internazionali e dirige le riviste altrelettere (su studi di genere e letteratura italiana) e RISL (su Giacomo Leopardi). Tra i suoi campi di specializzazione ci sono le poetesse rinascimentali (in particolare Vittoria Colonna), le autrici dell’arcadia fra Sette e Ottocento (tra cui Teresa Bandettini, Fortunata Sulgher e Pellegra Bongiovanni) e gli studi culturali transnazionali (in quest’ambito ha diretto anche due progetti quadriennali di ricerca del Fondo Nazionale Svizzero). Realizzando nel 2007 (e poi: nottetempo, 2020) l’edizione postuma del Piccolo dizionario dell’inuguaglianza femminile di Alice Ceresa ha contribuito al rilancio di questa autrice, dedicandole, con il suo gruppo di ricerca zurighese, studi fondamentali. Ha curato la nuova edizione del suo secondo romanzo, Bambine (Casagrande 2025), presentato in anteprima al festival e condirige attualmente un progetto di edizione digitale della sua opera.
Cinema Teatro
mercoledì 07 Maggio alle 18.00 - 19.30
La cacciata dal paradiso. Dialoghi & letture su Alice Ceresa
Tatiana Crivelli in dialogo con Giada Olivotto. Letture di Isabella Giampaolo.
Incipit
Alice Ceresa. Bambine (La cacciata dal paradiso).
Nuova edizione a cura di Tatiana Crivelli (Casagrande, 2025)
Occorre disegnare
per incominciare
una piccola città.
Una fila di facciate allineate in primo piano
ognuna munita pulitamente di almeno una porta
d’accesso sulla strada
finestre ai vari livelli nonché
qualche balcone asimmetrico nella sequenza
tetti spioventi e quindi più o meno a punta
a meglio figurare riparo e protezione
perlomeno dal punto di vista di chi guarda
con comignoli fumanti o meno a seconda
si deve immaginare della stagione.
Tutte le case ora più alte e ora più basse
allineate graziosamente talvolta accostate
e talaltra distanziate o circondate da giardino
in tale caso però ingabbiate
da siepi o muretti o quantomeno inferriate
e sempre provviste di cancello in genere
chiuso forse a esporre più compiutamente i ghirigori.
Per esclusione così nascono le strade
con incroci obbligati talora fatti a piazza
questa magari al centro munibile di parco pubblico
con panchine e lampioni e accessibile dai quattro lati.