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Sarah Jollien-Fardel

1971

Nata a Sion è scrittrice e giornalista. Con il romanzo d’esordio Sa préférée (Paris, Sabine Wespieser éditeur, 2022) che narra la storia di un’infanzia segnata dalla violenza brutale e perversa di un padre, ottiene un grande successo di pubblico e di critica (Prix du roman Fnac, Goncourt de la Suisse, Goncourt des détenus). Nel 2025 pubblica il suo secondo romanzo La Longe (Paris, Sabine Wespieser éditeur). A Chiasso presenterà in anteprima La sua preferita, Traduzione di Alberto Bracci Testasecca (Roma, e/o, 2025).

con Sebastiano Marvin, giornalista culturale.
Traduzione di Ruth Gantert.

Incipit

La sua preferita

(e/o, 2025) trad. di A. Bracci Testasecca

Di colpo ha un fucile tra le mani. Un minuto prima stavamo mangiando patate, giuro. Quasi in silenzio. Mia sorella blaterava, come suo solito. «Questa bambina non riesce a tenere la bocca chiusa» diceva mio padre, ma lei continuava a blaterare. Era ingenua, allegra, un po’ tonta, buffa e gentile. A scuola imparava con lentezza. Non si accorgeva di quando il respiro di mio padre cambiava, di quando il suo sguardo annunciava che stavamo per prenderci due schiaffi. Parlava incessantemente. Io stavo in guardia, non ero mai tranquilla, avevo sempre la paura incollata al corpo. Vedevo la debolezza di mia madre e la stupidità e la crudeltà di mio padre, vedevo l’innocenza della mia sorella maggiore, vedevo tutto e sapevo di non essere fatta della stessa pasta. La mia debolezza era l’orgoglio, un orgoglio che mi ha dato coraggio e mi ha tenuto in piedi. E ha segnato la mia rovina. Ero una bambina, capivo senza sapere.