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Aram Mattioli

1961

Saggista, studioso e professore di Storia contemporanea all’università di Lucerna è noto a livello internazionale per i suoi studi sulla storia dell’antisemitismo e del fascismo italiano.
Collabora con “Süddeutsche Zeitung”, “Die Zeit” e “Berliner Zeitung”.
Garzanti nel 2011 ha pubblicato il suo saggio Viva Mussolini. La guerra della memoria nell’italia di Berlusconi, Bossi e Fini (Garzanti, 2011). Per Einaudi ha pubblicato Mondi perduti. Una storia dei nativi nordamericani, 1700-1910 (2019) e nel 2024 Tempi di rivolta. Una storia delle lotte indiane negli Stati Uniti.

L’incontro a ChiassoLetteraria, incentrato proprio su quest’ultimo tema, sarà sotto forma di lectio magistralis, dai titolo “I Nativi americani – vittime o protagonisti della storia degli Stati Uniti?”.

I Nativi americani – vittime o protagonisti della storia degli Stati Uniti?

Incipit

Tempi di rivolta. Una storia delle lotte indiane negli Stati Uniti

(Einaudi, 2024)

Nel 1970, ad Albuquerque, cinque giovani American Indians si misero insieme per formare gli Xit, una band che riuscì a fondere efficacemente il rock contemporaneo con elementi della musica indigena tradizionale. I loro fan entusiasti non tardarono a definirli i «Beatles indiani». Rispetto ai Fab four di Liverpool, però, gli Xit si posero da subito in modo molto più politico. Già nel loro straordinario album di debutto Plight of the Redman (1972), l’orgoglio per la presenza millenaria dei first peoples sull’ «isola delle tartarughe» si unì alla critica impietosa verso le ingiustizie commesse contro di loro da quando l’«uomo bianco» si era impossessato del «nuovo mondo». Dal punto di vista formale si trattava di un concept album che narrava dalla prospettiva indigena la storia dell’America settentrionale, da prima del contatto ai giorni nostri. I testi delle canzoni, scritti dal dakota Tom Bee, erano incentrati sulla grande menzogna con cui, durante la guerra fredda, l’America dava una lettura positiva della propria costruzione in quanto stato. Impietosamente, l’ultimo pezzo recitava: «Your America has not been a land of your / proclaimed equality and justice for all, / may your god forgive you. / The treatment of our people has been / a national tragedy and disgrace, / the time has come to put an / end to that disgrace».