1957
Insegna presso l’Università della Svizzera Italiana e vive in Valsolda, a cavallo tra Svizzera e Italia. Dirige la collana Le Ali per l’editore Marcos y Marcos. Attivo anche come studioso, saggista e traduttore, in particolare di Philippe Jaccottet, è soprattutto autore di numerose raccolte di poesia parzialmente raccolte nei volumi antologici Le terre emerse (Einaudi, 2009) e Da qualche parte nello Spazio (Le Lettere, 2022). Tra i titoli più recenti: Fiumi nefrite vortici (Marcos y Marcos, 2025), che verrà presentato a chiassoletteraria. Con questo volume, come sempre, la poesia di Fabio Pusterla tocca temi che riguardano la sfera dell’impegno politico e civile, un occhio rivolto al mondo, un occhio alla realtà più prossima e personale, come in Tremalume (Marcos y Marcos, 2022) e Cenere, o terra (Marcos y Marcos, 2018). Sulla sua opera e sulla sua figura è stato realizzato il documentario di Francesco Ferri Libellula gentile (2018).
Murrayfield pub
giovedì 08 Maggio alle 18.00 - 19.30
Flora Ferroviaria
Percorso poetico-filosofico con la fitoterapista e botanica di campo Antonella Borsari, il filosofo Mosè Cometta e i poeti Fabio Pusterla e Alberto Nessi.
Dal Murrayfield Pub, lungo via Sottopenz, sino al Centro intergenerazionale, via Guisan 17
Per il centenario della nascita di Ernesto Schick. Percorso poetico-filosofico con partenza dal Murrayfield Pub, in via Favre 5, camminata lungo via Sotto Penz e arrivo al Centro intergenerazionale di Chiasso in via Guisan 17 (in caso di cattivo tempo l’incontro avrà luogo al Centro intergenerazionale).
Interventi di: Ivan Schick, i poeti Alberto Nessi e Fabio Pusterla, il filosofo e dottore in geografia Mosè Cometta, la fitoterapista e botanica di campo Antonella Borsari.
In collaborazione con Espérance ACTI.
Cinema Teatro
domenica 11 Maggio alle 15.15 - 16.30
Carta Bianca a Fabio Pusterla con i poeti Azzurra D’Agostino e Nikola Madzirov
Traduzione di Benedicta Froelich.
Incipit
Fiumi nefrite vortici
(Marcos y Marcos, 2025)
VIA PASTEUR, 1965
Sono io in calzoncini e canottiera
sopra una bicicletta? Sono io:
ma quasi senza memoria di me. Potrei dire
i nomi di quelli che abitavano lì attorno,
Agostino, Cecilia, la signora Zanini,
Germano dai vasti silenzi, le sue due sorelle,
Gianni col braccio infilzato
nella ringhiera, molti altri e anche il numero
dei tubi di cemento in attesa di essere interrati,
il colore (rosso) della bici, tutto quello che c’era,
l’odore di catrame, di fogna e di pane appena sfornato,
le targhe di certe automobili che imparavo a memoria,
i rumori dei treni distanti, le voci.
Ma di me, «quel bambino col ciuffo
e con lo sguardo malinconico»,
come dice l’antica maestra che ancora ricorda,
non so praticamente nulla
e forse è giusto così.