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(Baghdad, 1973), poeta, scrittore e regista iracheno.
Cresciuto a Baghdad, ha studiato all’Accademia di arte cinematografica di quella città. A causa dell’opposizione politica al regime e con il successo delle sue prime opere, è costretto alla fuga. Nel 1998, dopo una serie di arresti, lascia Baghdad per trasferirsi a Sulaymaniya, nel Kurdistan iracheno, dove ha continuato a dedicarsi – sotto pseudonimo per paura delle ritorsioni contro i familiari – all’attività di regista.
Nel 2004, in seguito a problemi scaturiti dalla realizzazione del film Wounded Camera, è costretto a lasciare l’Iraq e a riparare in Finlandia dove vive tuttora come rifugiato politico. I suoi libri, tradotti in molte lingue, e in corso di pubblicazione in Italia presso l’editore Utopia, sono stati accolti con favore dalla critica internazionale.
È considerato uno dei maggiori scrittori viventi di lingua araba. Malgrado ciò, le sue opere, critiche e irriverenti, sono ancora inedite nel mondo arabo e talvolta bandite. In italiano sono stati finora pubblicati due romanzi: Il matto di piazza della Libertà (il Sirente, 2008), Allah 99 (Utopia, 2021) e la raccolta di racconti Il Cristo iracheno (Utopia, 2022) che è stata definita “una commedia dantesca moderna, cui fanno da sfondo un Iraq insanguinato e l’Europa del nord, paradiso terrestre di molti rifugiati di guerra”.
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Nota bibliografica
Blasim, Hassan. Il Cristo iracheno, trad. dall’arabo di Barbara Teresi. Milano, Utopia, 2022, 140 p. (Letteraria Straniera) ) [Tit. orig. The Iraqi Christ, 2013]
Blasim, Hassan. Allah 99, trad. dall’arabo di Barbara Teresi. Milano, Utopia, 2021, 299 p. (Letteraria Straniera) ) [Tit. orig. 99 Allāh, 2018]
Blasim, Hassan. Il matto di piazza della Libertà, trad. dall’arabo di Barbara Teresi. Fagnano Alto, il Sirente, 2012, 142 p. (Altriarabi ; 8) [Tit. orig.: Majnun sahat al-hurriyya, 2008].
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