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2013 – A/Polis pensieri dall’esilio

8° Festival internazionale di letteratura

 

Parlare d’esilio significa innanzitutto evitare la trappola della retorica dell’esilio e della letteratura di genere. La via che abbiamo scelto è di andare al cuore della questione: che cosa rappresenta l’esilio nella scrittura e nella vita di uno scrittore?

Abbiamo inteso che l’esilio – come spaesamento radicale – può essere ricercato come percorso necessario – vocazione ? – alla creazione.

È il tema dell’esilio riconosciuto come patria esistenziale, consustanziale alla condizione di essere umani precipitati nel mondo, e dello straniamento, come porta d’accesso all’altro da sé e al vedere la realtà con occhi non omologati/non omologanti.

Questa vertigine dello spaesamento non significa necessariamente distacco o indifferenza alla vita, anzi il più delle volte è segno di grande aderenza alla realtà sociale e di umanità non esibita, perché troppo dolorosamente consapevole della propria volubilità e impermanenza. In termini biografici e socio-politici, l’esilio è però per alcuni anche condizione di salvezza della propria vita e della propria scrittura, aspetti che, non di rado, nei casi più autentici, coincidono, perché non ci può essere vita al di fuori della letteratura.

 

Hanno partecipato

Carmine Abate

Kader Abdolah

Melinda Nadj Abonji

Gabriela Adamesteanu

Eraldo Affinati

Marco Alloni

Jean-Luc Benoziglio

Vanni Bianconi

Vinicio Capossela

Massimo Daviddi

Paola Dubini

Fabio Franzin

Franca Grisoni

Andreï Makine

Oliviero Malaspina

Elvira Mujčić

Sonya Orfalian

Chasper Pult

Fabio Pusterla

Gino Ruozzi

Zeruya Shalev

Tommaso Soldini

Rosanna Taddei

Yusuf Yesilöz

Edoardo Zuccato

 

 

Blog letterario

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Il giornale del festival

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