2009 – Mai venga il mattino
4° Festival internazionale di letteratura
In un mondo dove i punti di riferimento si mescolano fino a confondersi, il cambiamento globale ci investe in profondità e modifica persino la percezione del tempo.
I paradigmi del passato sembrano non più funzionare.
Quotidianamente cadono simboli e non ci resta che aggrapparci maldestramente a radici che si rivelano simulacri o rincorrere feticci sfornati senza requie dall’industria dell’intrattenimento.
Il futuro così presente, anche drammaticamente, nelle grandi utopie del secolo scorso non sembra più immaginabile.
Per una società di individui, l’idea stessa di futuro non è pensabile (se non nell’immediatezza della tecnologia). Modelli economici, politici, sociali non riescono più a leggere la realtà e a fare presa sugli accadimenti, quasi fossimo in un mondo quantico.
Risucchiati in un presente magmatico, viviamo d’impulsi e fatichiamo a sapere cosa faremo domani. Tutto sembra succedere per caso, senza necessità, senza speranza. Un gigantesco lounge, dove come personaggi di Beckett dopati indugiamo in una noia frenetica, diluendo ansie, senza nulla da attendere, senza memoria, senza traiettoria, il tempo che diventa zapping.
Ma quali mondi possono ancora essere sognati, quali parole possono ancora avere pertinenza, in quali valori possiamo riconoscerci?
Forse, più semplicemente, necessitiamo di punti di vista altri, copernicamente ai margini di nessun centro, che ci consentano di riformulare domande di senso e sperimentare nuove appartenenze al di fuori delle logiche di consumo materiale e ideologico.
Un festival di letteratura può servire anche a questo. A ricercare significati nell’incontro coi propri simili. Oltre la nostalgia, per quel che resta di futuro.