di Sofia Perissinotto
Succede che la musica diventi una lingua senza patria, una lingua di tutti, una lingua collettiva. Le canzoni sono quel pretesto che fa stare insieme, fa annullare tutte le distanze e le differenze. Io con la musica e il viaggio cerco sempre questo: di abbattere le frontiere e di provare a raggiungere il cuore delle persone.
A dare il via alla sedicesima edizione di ChiassoLetteraria, mercoledì 11 maggio, è stata la musica dell’artista Peppe Voltarelli che, accompagnato dai musicisti Luigi Cioffi (pianoforte), Massimo Garritano (chitarra elettrica) e Gabriele Albanese (sax soprano) ha presentato Planetario, un concerto di teatro canzone, un viaggio tra gli oceani, nella musica d’autore.
Il tema dell’edizione è quello dei porti e quindi delle partenze, degli incontri, dei movimenti. Qual è il movimento che dà origine a Planetario?
Il movimento che ha dato origine a Planetario è una storia lunga quasi vent’anni di concerti, di tournée, di viaggi intorno al mondo, dal Sud America fino all’Europa del Nord, dal Canada, agli Stati Uniti, al Messico. È soprattutto l’amore per le canzoni e per quello che le canzoni rappresentano per l’immaginario collettivo, come una canzone di rivendicazione, una canzone schierata o una canzone a tratti anche politica che racconta di popoli, di gente che ha attraversato grandi oceani per cambiare la propria vita e per lottare per i propri diritti. Da meridionale, penso che questo viaggio nella musica , che tutt’ora continua, ha origine dal desiderio di mescolare le mie esperienze personali con le parole di questi cantautori, questi poeti, così importanti.
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