Nel libro presentato da Jean-Luc Benoziglio a Chiassoletteraria, ci troviamo di fronte a un esiliato o a un richiedente l’asilo come tanti altri. Una persona in pericolo, che si ritrova costretta ad andarsene dal proprio Paese per salvare le penne. Scaraventata in una cultura diversa, con una fede diversa — profondamente cattolico lui, profondamente calvinista il Paese d’accoglienza — con un cibo diverso, a cui fa fatica ad abituarsi — fondue e vino bianco, in questo caso — e con una lingua diversa con cui imparare a comunicare — e si sa, la differenza fra il nobile francese parlato a Parigi e il barbaro francese parlato altrove è talmente insostenibile per un orecchio educato, da farle diventare lingue diverse.
Una storia fra le tante, insomma. Se non fosse che…
In questo caso, l’emigrante è Luigi XVI, il quale, nell’ucronia di Benoziglio, sfugge alla ghigliottina e viene mandato in esilio in Svizzera, a Saint-Saphorien, sul Lago Lemano, dopo che tutti gli altri Paesi europei hanno rifiutato di accoglierlo. Ebbene sì, la Svizzera anche nelle ucronie si conferma terra d’accoglienza; dietro compenso pecuniario, ovviamente, tanto per confermare altri cliché.
Sì perché di cliché in questo libro ce ne sono, sia sulla Svizzera che sulla Francia che sui Bernesi, che per più di 400 anni hanno occupato il Canton Vaud. Ma fa parte del tono di questo splendido romanzo: leggero seppur molto documentato — i nomi di alcuni personaggi storici sono reali, e l’autore ha fatto di tutto perché il romanzo fosse verosimile, nonostante il “falso storico” iniziale. «Ma, ci tiene a precisare l’autore, alla fine mi faccio perdonare dalla Storia, perché Luigi XVI muore lo stesso — sebbene in modo molto più banale e molto meno nobile — cadendo dalla tromba delle scale».
Il fatto che il tutto avvenga in un ucronico diciottesimo secolo, resta comunque un dettaglio. I problemi che un esiliato, un richiedente l’asilo o un migrante si trova ad affrontare, sono gli stessi del 2013 — o del 2089, da “esiliato temporale” quale sono, ve lo posso garantire.
Se volete approfondire, del libro ne ha parlato (molto bene e in modo approfondito) anche DoppioZero.