Una delle cose che più mi rendono la vita difficile, in questo vostro 2013, è sicuramente il fatto di dover utilizzare le dita per comunicare. E non solo per comunicare con le persone che conoscete. Ma vi rendete conto di quanto tempo perdete a scrivere libri con le dita?
Ma andiamo con ordine. Come vi ho detto, sono in esilio temporale. Sono nato e cresciuto qui, a Chiasso, ma alla fine del XXI secolo invece che all’inizio. E dovete capirmi: sono abituato a pensare e a dire le cose, non a scriverle con le dita su uno schermo.
OUCH! Screen
Il fatto che non parliate con le macchine è comprensibile. Macchine autonome non ne ho ancora viste. Guidate voi stessi le vostre auto, i vostri autobus. Cucinate da voi, invece di dire semplicemente “risotto” al vostro microonde. Dovete ancora caricare a mano la lavatrice e poi stendere i panni, invece di semplicemente pensare che li vorreste puliti, asciutti e stirati entro il mattino seguente. Non vi invidio, sapete?
(Anche perché, essendo bloccato qui nel 2013, ho poco da invidiare…)
Ma la cosa che in assoluto mi pesa di più, è scrivere e comunicare con le dita. Sorvoliamo pure sul fatto che i touch screen, quelli che ancora fino all’anno scorso vi sembravano la trovata del secolo. Da qui a qualche anno li chiamerete anche voi “OUCH! Screen”. D’altra parte, come vuoi chiamare uno schermo che va in pezzi ogni volta che cade o che subisce un colpo appena più forte del solito?
E poi non vorrei che questo blog diventasse uno scontato confronto fra la tecnologia del 2013 e quella del 2089, fra i vostri apparecchi e i nostri. Insomma, non voglio far diventare questo blog una sorta di ghetto per nerd futuristi che mi chiedono cosa farà uscire Apple l’estate prossima.
(E poi, molto sinceramente, non me lo ricordo.)
Alla velocità del pensiero
Ma vengo al punto: non riesco a utilizzare i vostri smartphone. Telefonare a qualcuno senza vederlo per intero — e dico “per intero”, non una faccia in bassa risoluzione e in ritardo rispetto alla voce — mi dà troppo fastidio. E dover scrivere alle persone con le dita, invece di semplicemente pensare a cosa scrivere, mi snerva.
Non vi siete ancora resi conto che il pensiero va molto più veloce delle dita? Non vi rendete conto di tutto il potenziale che perdete, a dover pensare le cose len-ta-men-te per poterle scrivere a velocità di dito?
Forse è solo questione d’abitudine, anche se è difficile tornare indietro a scrivere alla vostra maniera lenta e primitiva. Ma sono comunque curioso di scoprire cosa riescono a produrre i vostri scrittori, nonostante questa grande limitazione tecnologica!
(Avete notato come parlo delle “vostre” cose? Mi ci vorrà ancora un po’ di tempo, per integrarmi nella “vostra” società.)