Mi guardo attorno, e ho l’impressione che tutto ciò che i miei occhi riescono a cogliere siano dei confini troppo stretti per me. Vorrei andare via, volare, dove mai nessuno ha volato prima. Ed essere libera, come non lo è mai stato nessuno prima di me.
Oggi non mi importa di nulla.
Non mi importa dei vestiti, della scuola, se la gente sta male o sta bene, se lotta anche con i denti per sopravvivere, non mi importa di niente e di nessuno, neppure di me stessa. Mi prendo la libertà di fregarmene dei commenti acidi, delle manifestazioni di affetto, degli sguardi sprezzanti, dei gesti di amicizia, delle parole vacue dei professori, e quasi quasi del mio futuro e di quello degli altri. Non mi importa del clima, che piova o che ci sia il sole… Di nulla, insomma.
Oggi sono Vento, che cammina sulla pelle, scivola e plasma qualsiasi cosa con cui venga in contatto. Come fa il tempo con ciò che riteniamo importante nelle nostre vite, che dopo a malapena qualche sospiro non lo è più.
In fondo, al vento cosa importa se la scuola va male, se hai una maglietta firmata, o se le famiglie si infrangono come una pioggia di gocce di vetro?
Oggi sono Vento, volo su un binario parallelo alla vita, scivolo su tutto, indifferente. Distante dai problemi, dalle gioie, e da tutti quei momenti che si pensa saranno ricordati in eterno.
Che bello essere Vento! Scivolare tra le mani della gente, sfuggire al loro controllo, camminare tra le loro storie, le loro crisi, le loro risate, e non sentirsene parte. Rispondere solo a me stesso, e non avere bisogno di altro che questo. Sono oggettivo, vedo la vita degli altri, frenetica, piccola in mani altrettanto piccole. Si muore, si soffre, si vive, si gioisce e che io sappia si continuerà a farlo. La verità è che per me è differente, non c’è muro o legge che mi possa fermare. Forte, violento, leggero, dolce, fresco e rigenerante, decidilo tu se a te importa. Non mi pretendere, non mi aspettare, io non esisto, eppure vivo come nulla ha mai vissuto prima d’ora.
E nonostante ciò ancora mi stupisco delle affermazioni in cui gli umani cercano di inscatolarmi, ad esempio “il Vento soffia sicuro”, quasi come se io fossi colui che soffia. Io sono il mio soffio! Quello che arruffa i capelli, fa sbattere le persiane, fa cadere i panni appena stesi, che solleva la sabbia e la porta lontano, dove solo io posso arrivare. Quella forza della natura senza tempo, che si ferma a giocare con i mulini, che spinge le nuvole, che crea i cicloni, che sta sia in cielo che in terra. Alimento gli incendi, porto la pioggia, agito le onde.
Forse non ti importa, ma non c’è musica che mi descriva, non c’è ostacolo che mi fermi, non c’è parola che comprenda e delinei la mia completezza. Cammino tra le vite delle persone, sempre differenti per il poco tempo che esistono, in un ciclo infinito, mai uguale. Faccio del bene o del male, lascio tracce del mio passaggio. Una sedia caduta, un foglio spostato, una nota stonata. Nulla mi rimane. Sono solo di passaggio, il vuoto nella mia memoria da infinito errante tra popoli e culture. Risate, lacrime, indifferenza e attenzione, tutto si alterna in un ciclo infinito. Lasciatemi quindi vivere all’infinito, perché sono anche quello.